«Das Leben der Erkenntnis ist das Leben, welches glücklich ist, der Not der Welt zum Trotz» (Ludwig Wittgenstein, Tagebucheintrag vom 13.8.16).


«E se qualcuno obietta che non val la pena di far tanta fatica, citerò Cioran (…): “Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un’aria sul flauto. ‘A cosa ti servirà?’ gli fu chiesto. ‘A sapere quest’aria prima di morire’”» (Italo Calvino, chiusa di "Perché leggere i classici").


«Neque longiora mihi dari spatia vivendi volo, quam dum ero ad hanc quoque facultatem scribendi commentandique idoneus» (Aulo Gellio, "Noctes atticae", «Praefatio»).


martedì 13 gennaio 2015

TRE ROMANZI E LA STORIA



Per una curiosa congiunzione astrale, nei primi giorni del 2015 i due più celebri nonni della letteratura italiana contemporanea, Eco e Camilleri, escono quasi simultaneamente con due romanzetti, certamente destinati alla sezione "opere minori" della loro sterminata produzione, che affrontano praticamente lo stesso tema, pur svolgendolo da angolature e con tecniche narrative molto diverse. 
Numero zero e La relazione, in effetti, sono due illustrazioni complementari del meccanismo della "macchina del fango" (l'espressione ricorre a p. 120 del romanzo di Camilleri, mentre Eco non la usa mai nel testo, lasciando che compaia solo nel paratesto del risvolto di copertina). Mentre Eco immagina in modo cupo e grottesco la costruzione della sgangherata e improbabile redazione di un giornale destinato a non uscire mai e a costituire tuttavia una minaccia per i destinatari del messaggio paramafioso del suo editore, il losco Commendator Vimercate, Camilleri immagina in modo gelido e conturbante il modo in cui una macchina del fango micidiale, messa su da loschi imprenditori-politici, è scagliata con implacabile ferocia contro un uomo onesto e corretto incaricato dall'authority per cui lavora di riferire sui traffici illeciti di una banca controllata come cassa propria da un partito di Governo. 

Eppure, nonostante i due romanzi mettano a nudo l'irredimibile corruzione su cui si fonda la vita politica, imprenditoriale e mediatica italiana, i nostri due autori, proprio per la marginalità internazionale del nostro paese (guidato peraltro da una classe dirigente ridicola), sembrano attardarsi astrattamente su tematiche tutto sommato trascurabili, soprattutto alla luce di quello che il capriccio casuale della cronaca ha partorito negli stessi giorni della loro uscita. Insomma, sono condannati in questo frangente all'irrilevanza proprio in quanto osservatori attenti di un paese divenuto irrilevante.
In tal senso, uno scrittore come Houellebecq, anch'egli nelle librerie con il suo Soumission in questi giorni convulsi, sembra al confronto un gigante per la sua capacità di leggere con lucida visionarietà le budella stesse della grande Storia, addirittura sprofondando per una tragica fatalità fino al collo dentro il suo lordume di merda e sangue.

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